Che ansia!
È capitato a tutti di alzarsi al mattino con quella strana agitazione che cresce con l’avvicinarsi del momento di andare al lavoro, sale esponenzialmente sui mezzi pubblici o quando siamo al volante in coda sulla tangenziale. Sempre più persone sono “vittime” dell’ansia al punto che la frase “Ho l’ansia” e’entrata ormai a pieno titolo nel nostro vocabolario. Con intensità differenti questo disagio arriva quando meno ce lo aspettiamo, ci coglie spesso alla sprovvista, minando le nostre sicurezze.
Ma come mai l’ansia viene a bussare proprio alla nostra porta?
Da un punto di vista psicosomatico l’ansia rappresenta tutta la vita che non viviamo.
E’un campanello d’allarme, una sorta di indicatore che stiamo schiacciando una parte importante della nostra personalità, probabilmente sotto una maschera che sentiamo di dover portare in alcuni ambiti della nostra vita. Ogni volta che ci allontaniamo dalla nostra natura, ogni volta che ci “perdiamo”, l’ansia arriva per portarci un messaggio importantissimo, ci segnala che è arrivato il momento di cambiare rotta perché la direzione che abbiamo imboccato non va bene per noi. Quindi la cosa più sbagliata che possiamo fare e’cercare di sbarazzarcene al più presto, di eliminarla o ancora peggio di combatterla. Avete notato che più cercate di tenerla a bada, più lei non demorde, anzi sembra aumentare? La cosa migliore è accoglierla e ascoltare il messaggio che ci vuole dare. Cambiando atteggiamento nei confronti di questo sintomo e, soprattutto aprendo gli occhi sulla nostra vita e su ciò che non va, ci accorgeremo che piano piano se andrà da sola.
La prossima settimana vedremo chi sono i soggetti più a “rischio” e come possono negoziare al meglio con questo sintomo.
Ilaria Squaiella